Vi racconto il fantastico arrivo di Uan a Pescara con l’intervista al suo papà Enrico Valenti del Gruppo80
Ho avuto la fortuna di poter intervistare e di conoscere di persona il grande Enrico Valenti, uno dei creatori di Uan, il pupazzo della tv degli anni ’80 e ’90 nel programma Bim Bum Bam. Enrico Valenti e Kitty Perria, hanno fondato il Gruppo80, che si è occupato di muovere Uan ed altri pupazzi della tv come Five e Four. Ve li ricordate? Se volete seguire il Gruppo80 su Facebook vi aspetterà un cocktail di video, foto, curiosità sul mondo dei pupazzi della tv. Eventi legati al mondo di Uan sono stati la mostra dei pupazzi della tv a Parma e l’incontro con i bambini cresciuti di Bim Bum Bam allo spazio Fumetto di Milano
L’arrivo di Uan a Pescara

Prima di farvi leggere l’intervista al papà di Uan, vi racconto l’arrivo di Uan a Pescara con il suo papà. Uan è arrivato a bordo di un trenino speciale, diciamo un trenino d’altri tempi :). L’emozione è stata unica: rivedere dal vivo il pupazzo che mi ha tenuto compagnia nei pomeriggi della mia infanzia, tra un cartone e l’altro, è stato davvero un momento che non dimenticherò mai nella vita. Ho visto anche le reazioni dei passanti e di alcune famiglie che si fermavano sbigottite, sorprese e che pensavano:” Ma è lui o non è lui”? Emozioni indescrivibili, uniche ed irripetibili.

Ho portato a spasso Uan per la città di Pescara: una bella passeggiata sul Ponte Flaiano, il famoso ponte sul mare di Pescara; un giro nel fantastico porto turistico di Pescara, dove Uan si è scattato diverse fotografie a bordo di una barca di simpatici nuovi amici conosciuti lì sul posto e con la statua di Gilberto Ferri. La cosa più simpatica è stata il giro in macchina per la città di Pescara con Uan: come tutti i cagnolini, non ha resistito a mettere la sua testolina al di fuori del finestrino e prendere un pò di aria fresca mentre salutava i passanti. Tutto quello che vi sto raccontando lo troverete nella prima puntata della video intervista caricata sul mio canale Youtube.

Mi sono divertita tantissimo insieme al mio collega Alfonso che si occupato delle video riprese e delle fotografie, e insieme al papà di Uan, Enrico Valenti, che è una persona davvero squisita e soprattutto un’artista, uno di quelli che non vedi più in giro. E’ stato un onore per me poter lasciare qualcosa di indelebile nella storia della tv sul mio blog e diffonderlo a voi. All’inizio non ci credevo che Enrico avesse accettato la mia proposta: poi quando è arrivato a Pescara ho pensato che non era un sogno e lì ho avuto la conferma della genuinità di Enrico e della passione e competenza che ha verso quest’arte e questo mondo.
Visto da vicino, Uan muoversi, vi giuro che sembrava vivo. Sembra una cosa banale ma dietro c’è veramente tanto lavoro e tanta fatica che non pensavo minimamente. Si creava una sorta di simbiosi tra Uan ed Enrico come se fossero la stessa cosa.

Ecco per voi la prima puntata dell’intervista ad Enrico Valenti
1Chi è Enrico Valenti e di cosa ti occupi
Sono Enrico Valenti ed ho iniziato quest’avventura moltissimi anni fa. La passione per l’animazione è colpa di mia nonna: da piccolo mi portava sulla costa ligure e nelle sere d’estate, con la solita scusa di andare a prendere un gelato, sul lungomare di Noli c’era questo signore che aveva la classica baracca dei burattini che faceva degli spettacolini. E’ stata una vera e propria illuminazione. L’idea di vedere da questa baracca uscire un teatro in miniatura mi colpi in modo tale che alla domanda successiva “cosa vuoi fare da grande”: o il paracadutista o il burattinaio.
Il caso ha voluto che facessi il burattinaio….

Questo sogno nel cassetto è rimasto nel cassetto per molti anni: la scuola, gli anni del diploma, fine anni ’60 ed inizi anni ’70 dove era quasi fatto obbligo che tutti fossimo interessati, impegnati e creativi. All’interno di questa creatività uno dei miei interessi forti è stata la fotografia, infatti mentre studiavo ho fatto diversi mestieri, fra cui il il fotografo e il dittografo, ed ho trovato il modo di impegnare questo mio interesse all’interno del mondo dello spettacolo e per la precisione del teatro.
Ho cominciato, ero molto giovane, a fare delle foto agli spettacoli che andavano molto in quegli anni a Milano, sempre naturalmente a puro titolo amatoriale; poi mi sono avvicinato a questo ente teatrale che è una vera e propria istituzione per il teatro dei ragazzi, che è il Teatro del Buratto. Ancora oggi è attivo a Milano ed ha sempre fatto spettacoli di gran livello per il mondo della scuola e per l’infanzia; il Teatro del Buratto aveva ed ha tutt’ora una sede storica, che è il Teatro Verdi. Mi sono avvicinato a loro facendo foto ai loro spettacoli ed è nata una sorta di confidenza; ad un certo punto mi è stato chiesto se volevo entrare in compagnia.
Loro facevano spettacoli proprio con i pupazzi, con una tecnica molto particolare, che ha una storia prestigiosa in Italia ed in particolare a Milano: la tecnica del teatro su nero.
Tutte le persone che manipolano gli oggetti di scena, cioè i pupazzi, sono vestite di nero su fondo nero, quindi l’attenzione viene subito portata sull’oggetto di scena, cancellando completamente gli operatori che danno movimento a questi personaggi.
Potete ben immaginare quale fosse la mia gioia perchè, in modo inaspettato mi ritrovavo catapultato in quel mondo che non avrei mai pensato poter avvicinare, non come spettatore, ma intendo come operatore vero e proprio. E lì, ho conosciuto ciò che sarebbe diventata l’altra metà del Gruppo80, Kitty Perria.
2Un pò di Kitty Perria… l’altra metà del Gruppo80

Mentre io ho cominciato da lì, quindi negli anni ’71-’72-’77 come operatore del teatro, lei era attiva nel campo dell’animazione da molti anni. Veniva da Roma, figlia di un giornalista il quale conosceva il marito di Maria Perego, la famosa animatrice di Topo Gigio. Il marito era l’inventore, Federico Caldura, un nome storico del teatro dell’animazione italiano ed anche mondiale, il quale chiese al padre di Kitty se per caso una delle sue figlie avesse l’intenzione di cimentarsi in quest’arte.
Kitty, un pò per gioco un pò per interesse, cominciò a fare questo tipo di lavoro prima come una sorta di passatempo fuori dal tempo di scuola, e poi via viva divenne una vera e propria attività, il suo lavoro. Infatti lavorò per parecchi anni con la compagnia di Maria Perego e poi nel corso del tempo con quasi tutte le compagnie che erano attive con questa forma spettacolare.
Il teatro su nero è presente nel mondo in tre sedi: quella più prestigiosa è nel Giappone, con il bunraku con spettacoli anche abbastanza pesanti e con tragedie varie ed una correttezza e pulizia formale ed estetica che soltanto i giapponesi possono raggiungere. Se avete modo di cercare su Youtube o su Internet ne rimarrete sorpresi. Un’ altra delle sede storiche di questo tipo di animazione è a Praga, il teatro su nero di Praga. Il terzo sito è a proprio a Milano, in particolare all’interno del centro produzioni di Milano che è stato attivissimo per molti anni sia con Topo Gigio e con tutta una serie di altre compagnie che si cimentavano in questa tecnica, favoriti anche dal fatto che in quegli anni la televisione non era a colori e quindi il teatro sul nero si adattava benissimo alla televisione in bianco e nero.
3Come nasce il Gruppo80…
Con l’evolversi poi della televisione a colori noi siamo andati avanti come Gruppo80, poi però siamo passati a tecniche più semplici perchè dal punto di vista della tecnologia diventava complesso. Quindi l’operazione è cominciata cosi: il Gruppo80 è nato come una estensione della nostra attività del teatro sull’onda di una passione che era stata messa da parte anche da Kitty, perchè l’esperienza televisiva con la Rai si era interrotta per rivolgersi principalmente al teatro. Ci siamo conosciuti e ritrovati in un momento storico molto particolare: il momento in cui cioè i media televisivi , che erano rappresentati esclusivamente in Italia dalla Rai Tv, cominciavano a diventare un pò stretti per quelle che erano le esigenze del pubblico di quegli anni, e stiamo parlando della fine anni ’70 e dell’ inizio degli anni ’80.
Cominciavano ad affacciarsi sul mondo del mercato della televisione e della comunicazione le televisioni commerciali, ciò che allora si chiamavano televisioni private: il primo segnale è stato dato dal fatto che gli italiani sintonizzavano i loro i televisori sui canali della Svizzera italiana e notavano una certa differenza. La televisione di Stato sembrava un pò ingessata; c’era una domanda di maggiore varietà e di maggiore libertà. Ciò ha comportato che all’interno di queste nascenti televisioni commerciali si aprisse anche la questione della censura, certe cose in Rai non erano permesse; però nella televisione commerciale c’era più spazio per un varietà chiamiamolo un pò più scollacciato, c’era un rigore di tipo formale un pò meno stretto e questo ha dato l’opportunità a noi di infilarci in questo mercato…..
Per adesso vi lascerei con questa curiosità. Questa intervista continua….
Per questa prima puntata è tutto :). Vi consiglio di guardare il video Youtube perchè c’è anche un mini show di Uan con la voce originale di Pietro Ubaldi. Assolutamente da non perdere.
10 comments