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Intervista ad Enrico Valenti del Gruppo80, il papà di Uan: gli inizi del Gruppo80 e l’operazione Five

Il Gruppo80 e l’operazione Five

Dopo la prima parte dove racconto dell’arrivo di Uan a Pescara l’intervista continua con Enrico Valenti del Gruppo80. Nella video intervista troverete una piccola dimostrazione della tecnica del teatro su nero molto simpatica con il cappuccio di velluto. Voglio ringraziare ancora Enrico per la sua professionalità e disponibilità.

1E così nasce il Gruppo80…

Io e Kitty ci siamo conosciuti in teatro e noi abbiamo fatto una proposta all’interno del gruppo teatrale di aprire una sezione dedicata alla televisione visto che i tempi erano maturi. Oltretutto il Teatro del Buratto è stato fondato da Vegli, Tini e Mantegazza che hanno lavorato per la Rai con un programma famosissimo che era “gli animati” e il “gatto settemestieri” e quindi già c’era una storia però l’esperienza televisiva per il Teatro del buratto era conclusa e quindi non c’era modo di conciliare le due attività.

Questo ha fatto sì che io e Kitty uscissimo dalla cooperativa del Teatro del Buratto e decidessimo di fondare una nostra società; quindi ci siamo organizzati attrezzandoci per andare dal notaio che ci chiese come si chiamasse la società. Non sapendo cosa rispondere, allora Kitty guarda un calendario sulla parete perchè in quel periodo la Cina popolare apriva le frontiere ai primi turisti, diciamo così, all’esterno e c’era Cina80 e da lì ebbe l’illuminazione di Gruppo80. Quindi una cosa molto spontanea e del tutto casuale, anche per dare l’idea che in quel periodo le cose nascevano così di getto, era una cosa dettata dall’entusiasmo . Ovviamente è stata una sfida la nostra perchè non navigavamo assolutamente nell’oro anzi tutt’altro.

La nostra avventura è cominciata in uno scantinato. Abbiamo cominciato a scolpire e la prima cosa che bisogna fare per misurarsi in questo mestiere è iniziare a costruire i personaggi. Non è cosa semplice perchè voi vedete della  stoffa, un peluche ma non è un giocattolo. L’animazione affonda le sue radici storiche nella storia del teatro dei burattini. Il Teatro dei Burattini è un teatro popolare nato nelle campagne e serviva, quando non c’era la televisione, per collegare anche i paesi e faceva un pò da megafono di quello che erano un pò le notizie dell’epoca; i primi burattini erano fatti con i pomelli delle sedie. Il burattino ha una sacca di tela grezza che è appunto il buratto, in cui si infilano le mani (nel video potete vedere come funziona); questa tecnica per estensione è trasportata all’interno dei pupazzi in modo più complesso ovviamente.

Ci siamo messi allora a scolpire all’interno di questo scantinato: si scolpisce la gommapiuma, quel materiale che è conosciuto come gommapiuma; è un materiale che si usa per le imbottiture dei divani e dei letti, è un materiale chimico a cellule aperte e neoprenico; viene lavorato a forbice ma non delle forbici normali ma bensì forbici chirurgiche perchè sono forbici curve e quindi la curva consente di fare un taglio regolare senza pizzicare il materiale. Dopo c’è una lavorazione ulteriore che è di molatura, di allisciamento, fatta su una mola a smeriglio, in realtà è una mola da banco meccanica ed è un lavoro molto delicato; e poi c’è la parte della colorazione, una parte per immersione all’interno di un liquido costituito principalmente da alcool con dell’inchiostro di china molto molto diluito. Il materiale viene immerso; si gonfia in maniera esagerata e quindi diventa delicatissimo da trattare, lo si strizza molto bene, si aspetta che si asciughi e si comincia ad incollare, a comporre, insomma ci sono tutta una serie di tecniche costruttive.

Abbiamo cominciato quindi sfidando quello che era anche un momento di difficoltà nostro; abbiamo fatto delle prove e delle proposte e la prima in assoluto ad una delle televisione commerciali che andava per la maggiore in quei momenti in Lombardia che era Antenna3 dove lavoravano personaggi come: Cino Tortorella, l’indimenticato Mago Zurlì; Beppe Recchia un registra che è diventato famoso per un certo tipo di programmi un pò osè; c’era Ettore Andenna conduttore storico di Giochi senza Frontiere ed anche Enzo Tortora che conduceva dei programmi.

Quindi abbiamo proposto le nostre creazioni: una in particolare era una ballerina di streaptease visto che il clima era tale che si facevano cose un pò liberali. Piuttosto che fare spogliare una donna vera, in modo anche un pò spiritoso, abbiamo costruito questa ballerina mossa su nero, mossa da quattro animatori, grande all’incirca 50-60 cm con una manovra abbastanza complessa di animazione, e abbiamo fatto uno streaptease sulla famosa canzone di Marylin Monroe I wanna be loved by you. E’ piaciuta molto ed è stata utilizzata per il programma “La Bustarella” per più di una stagione e quello ha sancito il nostro l’inizio ufficiale della nostra attività.

Da lì siamo passati a Telereporter dove abbiamo fatto una proposta per una vera e propria serie televisiva, tre stagioni con tre serie da tredici episodi: lì la cosa diventava più strutturata e quindi bisognava non solo costruire i pupazzi, le scenografie, scrivere i copioni e facevamo tutto noi ma sopratutto bisognava dare la voce ai personaggi. Kitty che aveva già conoscenza nell’ambito degli attori, ha chiamato un doppiatore adesso scomparso che era Sante Calogero, il quale ha chiamato per la parte femminile di Biciola (coppia di topini Giacomo e Biciola alle prese con dei criminali di bassa lega, che erano tre gatti) ovviamente Sante faceva le voci dei gatti, la Bruna Tellà faceva la voce di Biciola e eservivre la voce del protagonista).

Abbiamo trovato un attore giovane che nel periodo della sua vita proprio fosse al top che era Marco Columbro, il quale si è rivelato da subito avere un talento eccezionale. Si è prestato di buon grado ed abbiamo realizzato con lui queste serie televisive: Marco è veramente bravo, ha fatto la voce di Giacomo e anche le voci di tanti altri personaggi, questo per dare la misura della sua capacità e versatilità. Quando si è interrotta l’ultima serie televisiva, e siamo tornati alle origini. E adesso cosa facciamo?

Questo caso vuole, che proprio in quei giorni e stiamo parlando della fine del 1980 si affacciasse nel mercato dei media il fenomeno di Canale5 che si chiamava Tele Milano. Tele Milano stava trasformandosi in Canale 5, Mediaset non esisteva ed esisteva Rete Italia e Berlusconi aveva lanciato questa sfida all’emittenza televisiva nazionale: voleva dimostrare di riuscire a creare un emittente che coagulasse l’attenzione degli italiani verso un modo nuovo di fare televisione, se vogliamo più americano. Quindi con l’ausilio di consulenti prestigiosi di una grossa agenzia di pubblicità molto famosa ha cominciato questa operazione di affezione perchè quello che conta è avere un parterre di pubblico in costante crescita. Come fare? Fare l’operazione Five. 

2Come nasce Five?

Il segreto? Dare un carattere a quello che è il simbolo, il marchio dell’azienda. Il marchio di Canale5 era il serpente visconteo, il drago visconteo che c’è sullo scudo al Castello sforzesco di Milano. Lui aveva già fatto delle richieste ma non era soddisfatto perchè tutti facevano ovviamente una sorta di serpente e la cosa non gli piaceva. Noi in quel periodo presentammo dei nastri con un pò della nostra produzione finchè ci hanno chiamato e ci hanno detto che Berlusconi aveva visto la cassetta e che era rimasto molto colpito ed interessato. Noi eravamo molto molto interessati e ci siamo presentati.

Berlusconi in quei tempi era totalmente dedito alla questione del mondo della televisione, un grande comunicatore ed estremamente affabile e gentile, e ci ha lanciato la sfida: siete in grado di fare il pupazzo per me? Il pupazzo era appunto il draghetto perchè la sua idea era quella di fare un quiz giornaliero a sorpresa, cosi che le persone sintonizzando il televisore su Canale5, e seguendo questo quiz a caso nell’arco della giornata, potessero far dimostrare che Canale5 era seguito da milioni di persone. Noi gli diciamo di sì e lui ci disse vi farò sapere.

Passati pochi giorni Berlusconi mi chiama richiedendo il pupazzo per dopodomani e quindi siamo stati tutta la notte ed è nato Five. Abbiamo ripreso la silhouette di quello che era il marchio e lo abbiamo reso antropomorfo con le gambe, la coda, le mani ed i piedi e quindi abbiamo creato il draghetto animato. Si ripropone nuovamente il problema della voce. E quindi ancora una volta ci siam rivolti a Marco Columbro che inizialmente si rifiuta perchè voleva far l’attore ma Kitty riesce a convincerlo.

Siamo andati a Canale5 dove Berlusconi ci presenta il maestro Augusto Martelli al pianoforte. Berlusconi chiede a Marco Columbro cosa facesse nella vita e lo provoca chiedendogli di inventarsi qualcosa, di improvvisare. Marco è andato un pò nel panico e nel momento in cui Martelli inizia a suonare un motivetto “Torna a casa di tutta fretta c’è il biscione che t’aspetta” e lì Marco ha perso ogni ritegno e ha cominciato a prendere in giro Augusto Martelli non in modo volgare. Berlusconi ha cominciato a ridere e non finiva più. La cosa è andata da sè e quello è stato l’inizio del nostro successo. 

Kitty Perria ed Enrico Valenti del Gruppo80 con Five

Abbiamo conosciuto tutta una serie di registi e siamo andati avanti dal febbraio del 1981, che è la nascita di Five con l’operazione Five che abbiamo fatto per due edizioni più l’edizione estiva, e nel frattempo Marco ha trovato una sua dimensione anche attorale in televisione conducendo insieme a Antonella Vianini “Buongiorno Italia” e lì poi è cominciata la fase due dell’attività del Gruppo80 di cui vi parlerò nella terza puntata….

Se l’intervista vi è piaciuta potete leggere le altre parti dell’intervista ad Enrico Valenti: come nascono Uan, Four e Bim Bum Bam; Uan ha le gambe ed altre curiosità

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