
Racconti
Alter Ego Edizioni
2016
Cartaceo e Kindle
105

"Silenzio!" impose Big Jim tendendo l'orecchio verso l'esterno. "Sento dei rumori, si stanno svegliando". "È mattina! Finalmente un giorno nuovo!" esclamò Skipper iniziando a stirarsi. E se i giocattoli potessero parlare? Quante, e soprattutto quali storie racconterebbero? Di sicuro non le favole che iniziano con "C'era una volta..." e terminano con "e vissero tutti felici e contenti". Eh no. I giocattoli di Giovanni Lucchese sono pop, e in quanto tali non possono che essere calati in tutto e per tutto nella modernità e nel quotidiano. Nella vita, insomma. Ai suoi Pop Toys l'autore affida una critica feroce e disillusa: che si tratti di Barbie, despota viziata e viziosa, di Pinocchio e delle sue fragilità, delle Bratz, eroine del femminismo più radicale, o di un Playmobil all'improvviso consapevole di essere ormai sorpassato, i protagonisti di questa originale raccolta descrivono, attraverso le proprie vicende, la società che li circonda e nella quale, a volte loro malgrado, sono costretti a vivere. Su tutti, Il mostro. Perché, a volte, i veri mostri non sono quelli di plastica ma quelli in carne e ossa.
Il mondo dei giocattoli in una raccolta di racconti
Dopo l’ultima recensione pubblicata sulla mia rubrica Inchiostro Italiano, dedicata agli autori italiani emergenti e non, oggi vi parlo del libro “Pop Toys” edito da Alter Ego edizioni e scritto da Giovanni Lucchese.
Ho letto il libro quasi tutto d’un fiato. Sia il titolo che la copertina mi hanno incuriosito molto, devo dire la verità; sì lo so che non dovrei farmi condizionare, ma è solo un modo per elogiare il lavoro fatto dagli editor e dall’autore. Come avrete capito dal titolo, Pop Toys, il libro parla di giocattoli. Sì avete capito bene: in questo libro trovete una serie di racconti che trattano situazioni quotidiane e bizzarre tra Barbie, Bratz, Big Jim, mattoncini Lego, fate, Winx e simili.
Storie forse non proprio bizzarre ma diciamo molto umane. Perchè i giocattoli non possono avere un anima? Anche i giocattoli hanno il diritto di avere una loro vita. Ma che vita? Cosa succede fra di loro?
Da piccoli tutti abbiamo giocato con i nostri giocattoli a “Facciamo finta che?” inventando migliaia di situazioni diverse e divertenti tra i nostri peluche, bambole e macchinine. Si tratta sicuramente di racconti piacevoli, simpatici che ci riportano un pò all’infanzia ma che ci lascia molto all’immaginazione.
“La differenza tra una fata e una strega sta nel modo in cui sorride”
Vi dico subito che il libro non è adatto a bambini. A differenza di ciò che si può pensare i racconti hanno un linguaggio comunque adulto quindi non pensate di poter acquistare questo libro per i vostri figli. Si tratta di una raccolta di racconti per grandi, per farvi due risate, leggere qualcosa di leggero e scorrevole prima di andare a dormire. Io sono contenta di aver aggiunto anche questo libro nella mia libreria e di averlo aggiunto alla lista di libri consigliati da leggere nella rubrica del mio blog Inchiostro Italiano.
Alla prossima recensione!