E’ possibile vivere da soli in un’isola? A tu per tu con Mauro Morandi il custode dell’isola rosa
Molti di voi avranno già sentito parlare di lui, Mauro Morandi, il famigerato custode dell’isola di Budelli in Sardegna, famosa per la sua sabbia rosa. Per chi non lo conoscesse ho ritenuto opportuno contattarlo e condividere con voi la sua esperienza di vita su di un’isola italiana: l’isola di Budelli.
Ciao Mauro è un piacere conoscerti e poterti intervistare. Sei l’unico abitante dell’isola di Budelli. Ci parli di come ci sei arrivato e come hai scelto di vivere da solo lì?
Sono sempre stato un contestatore sia nella scuola che nella politica e in famiglia precedentemente. Sono scappato di casa la prima volta pensa che avevo 9 anni; poi evidentemente, con le mie letture, mi sono proprio convinto che è una società che non mi piace. Vedendo ciò che sta succedendo: una società di consumi che convince la gente a comperare, ad avere, a possedere cose e in questo modo distruggere la natura. Io amo la natura e perciò volevo andarmene: andare in Polinesia e ricominciare da capo, ricominciando con altri valori.
Sono arrivato qua per lavorare e per guadagnare dei soldi con i turisti e poi finito di pagare i debiti che avevo con la banca, sono andato in Polinesia ed eravamo in 5 persone. Però appena arrivato qua stranamente il custode che c’era prima mi ha detto che dopo due giorni andava via ed io sono arrivato due giorni prima che lui andasse via. Chissà cosa è stato, destino, il caso, fortuna, non lo so: in ogni modo io sono qua da 31 anni e mi trovo bene. Io amo anche la solitudine; io sono trentuno anni che d’inverno io vivo in quarantena si può dire continuamente perché qua non viene nessuno d’inverno. Siamo nelle bocche di Bonifacio, il quinto posto più ventoso al mondo perciò è molto pericoloso navigare. Viene solo un mio amico tre o quattro volte per portarmi la spesa cogliendo la giornata buona ma di turisti non ce ne sono.
Se volessimo venire a trovarti dove si trova di preciso l’isola?
L’isola si trova nelle bocche di Bonifacio, in mezzo tra la Sardegna e la Corsica nell’arcipelago della Maddalena che ora è Parco Nazionale. E’ un’isola molto piccola che si chiama Budelli e diciamo che la superficie è circa 170 ettari e l’unica casa che esiste sull’isola è questa: la casa militante della seconda guerra mondiale perché noi eravamo in guerra con la Francia perciò qui era un avan posto, una vedetta. Io abito in questa casa ristrutturata dal padrone che era il padrone dell’isola fino a che non è fallito e poi l’isola è stata venduta ed acquistata dallo Stato; ora è data in gestione al Parco.
Hai scritto diversi libri. Ci presenti le tue opere e ci dai una breve descrizione?

No, non ho scritto diversi libri. Ho fatto un libro di foto ma non sono la rappresentazione del panorama; io faccio delle foto, le elaboro con un programma che ho sul tablet Snapseed e cerco di metterci dentro i miei vari stati d’animo. Ciò per fare in modo di spingere chi vede le mie foto, di andare oltre la superficie perché mi sono accorto che la gente quando guarda la bellezza la vede solo in superficie, per quello è che la vuole avere, possedere e perciò distruggere. Quello che è successo qui nella spiaggia rosa; ora non è più rosa perché ne hanno portato via tonnellate. Vedendo questo bel rosa se lo son portati via pensando di portarsi via un pò di bellezza senza pensare che la bellezza non è un oggetto ma una cosa astratta che va percepita con tutti i sensi e non solo col possesso: il sibilo del vento, la risacca del mare, i colori, il contrasto tra il rosa della spiaggia e l’azzurro del mare e il verde della flora mediterranea. E’ qua che si percepiva la bellezza e non in un vasetto in casa che adesso quando se lo guardano vedono solo un pò di sabbia.
Ho fatto questo libro di foto “Un’ isola” che non sono solo foto perché le didascalie sono delle frasi che cercano di far capire i miei stati d’animo e ciò che volevo comunicare. Poi ho fatto un altro libro la storia mia personale per rispondere alle domande di tutti sul perché sono andato via dalla società e cosa è successo: mi son messo allora a scrivere questo libro e siccome ogni tanto pubblicavo una pagina di quello che vivevo sotto il mio profilo, sono stato contattato dalla Rizzoli dicendomi che le sarebbe piaciuto pubblicare il mio libro e se io ero d’accordo. Perciò adesso questo libro “Poltrona di ginepro”.
Ringrazio vivamente Mauro per la sua disponibilità e condivido ogni suo singolo pensiero e lo stimo per la scelta di vita che è riuscito a prendere.