Gli italiani sono molto legati alla televisione tradizionale, secondo quanto emerge dai dati del Censis. I servizi online di streaming e contenuti on demand, però, è in continua crescita nel nostro Paese, e questa crescita sta portando a galla molte realtà che non rispondono ai dettami della legge.
Approfondiamo quindi i dati in questione per avere un quadro più chiaro dell’attuale contesto italiano relativo ai media.
Italiani e media: i dati del Censis
Se in molte situazioni gli italiani hanno dimostrato di fare proprie delle novità capaci di rivoluzionare alcune abitudini radicate, per quanto riguarda l’uso della tv appaiono piuttosto tradizionalisti.
Secondo quanto mettono in evidenza i dati del settore, infatti, la maggior parte di essi è ancora piuttosto legata alla televisione, nonostante la capillare diffusione delle nuove modalità di intrattenimento.
Secondo il 14° Rapporto sulla comunicazione pubblicato dal Censis (Centro studi investimenti sociali), il 92% degli italiani preferisce la televisione tradizionale.
Si tratta di una percentuale pari quasi al doppio di quella relativa alle preferenze sulla tv satellitare (che non arriva al 44%).
In questo contesto bisogna però sottolineare l’importante crescita della fetta di popolazione che usufruisce delle smart tv e del web per l’intrattenimento e l’informazione, arrivando a coprire il 26,8% del totale.
Risulta in continuo incremento anche il numero delle persone che utilizzano dispositivi mobili a questo scopo (22,1%).
La spiegazione alla base di questa veloce e costante crescita è da ricercare nel grande apprezzamento del pubblico per lo streaming e l’on demand: sempre più persone, infatti, usano Internet per seguire le serie tv del momento su piattaforme come Netflix e Amazon Prime Video, ad esempio, preferendo questa modalità di intrattenimento a quella tradizionale per via della sua comodità e per la personalizzazione del servizio.
La diffusione della TV pirata e il suo giro d’affari
Parlando di italiani che guardano la tv su Internet non si può non approfondire un aspetto che sta andando a intaccare sempre più l’andamento di questo settore.
Si fa riferimento in particolare alla tendenza dilagante di usufruire di servizi di streaming illegali, che sfruttano le IPTV.
Tale fenomeno coinvolge in particolare chi vuole risparmiare ed evitare di abbonarsi a una sola piattaforma, e mette a rischio gli utenti che lo sfruttano: la tv pirata, infatti, mette in pericolo non solo chi mette in piedi queste reti di IPTV, lucrandoci sopra, ma anche chi decide di abbonarsi.
Chi usufruisce di questi servizi illegali va incontro al rischio di vedersi recapitare una multa pecunaria che arriva a ben 25mila euro, e può persino rischiare fino a 3 anni di reclusione.
Come si suol dire, il gioco non vale la candela: per risparmiare l’importo dell’abbonamento mensile o annuale, infatti, si rischia di finire invischiati in una situazione a di poco spiacevole.

