
Narrativa
Antonio Tombolini Editore
Cartaceo
170

Futura ha vent'anni, parla poco e osserva molto, affacciandosi al mondo da dietro i suoi occhi viola e verdi. Conserva le emozioni ben schedate in un archivio, nell'armadio di fianco al letto. Le ha messe in ordine alfabetico, ma solo per il gusto di aprirle a casa. Intrappolata in una relazione insana, si logora e crogiola nel dolore, vittima di una dipendenza affettiva dalla quale sembra non vedere nè volere vie di scampo. Come si può desiderare l'amore se non si sa riconoscerlo?
Saranno le amiche d'infanzia a spronarla a reagire e rituffarsi nella vita, dopo alcuni timidi tentativi di farla finita.
Viola e Verde è un racconto di fiaba indomabile e amore inevitabile, dal finale a sorpresa, ambientato in una grigia Milano annoiata. Un incantesimo che fa rimbalzare il lettore tra i propri estremi, in un percorso a ostacoli verso l'accettazione di se stessi, una vita a due colori, a più velocità.
Che sia per tutti una bicromia da esprimere come sinfonia e non come assoli stonati. O forse no.
Futura, i mostri in Cravatta, le scatole viola e tanti clichè della vita che proprio non le si addicono
Dopo un’introduzione sul significato dei colori verde e viola, l’autrice introduce la storia della protagonista, Futura, raccontandola utilizzando la forma espositiva del diario. Ambientato in una grigia Milano, Futura ha 20 anni, una bizzarra capigliatura e i Medici della Mente dicono che è bipolare. Come tante ventenni, deve affrontare le sue emozioni proprie di quella età; emozioni nelle quali è facile rispecchiarsi, chi in un modo, chi in un altro. Si tratta sicuramente di una ragazza particolare un pò fuori dal comune ma non voglio anticiparvi nulla, perchè come sapete non voglio togliervi il piacere di leggere.
Leggerete di Mostri in Cravatta, bipolarismo, scatole emotive, canzoni, dipinti, video-botteghe, social network, innamoramenti…
Un piccolo stralcio del racconto, che mi è piaciuto e che condivido pienamente:
“Le malattie vere sono quelle che hanno dei sintomi veri. Questi disturbi schedati dai Medici della Mente sono solo scemate, patologie dai nomi fantasiosi che in realtà non esistono, le hanno escogitate solo per creare malati immaginari e potersi guadagnare lo stipendio. Se dai retta a loro, chiunque ha qualcosa” .
Posso dirvi che si tratta di un libro scorrevole, piacevole, cosa che si denota a primo impatto, guardando solo la copertina. Pamela Della Mina, l’autrice, è brava nel descrivere ogni dettaglio emotivo di Futura facendo addentrare a fondo il lettore nel racconto.
Perchè vi consiglio questo libro
Come sapete ho aperto questa rubrica, “Inchiostro italiano”, per dare visibilità agli autori e le autrici italiane e, di conseguenza, è mio compito recensire libri che possano piacervi. Se siete alla ricerca di una lettura non scontata, contemporanea, scorrevole, piacevole questo è sicuramente il libro che fa per voi. Sono sicura che vi ritroverete personalmente, spesso e volentieri, nelle situazioni di Futura e avrete voglia di consigliarle la soluzione ai suoi perchè e ai suoi problemi. Rimarrete stupiti e sorpresi in varie occasioni delle scelte della protagonista ed è questo il bello del racconto. Il finale? Bello. Ma non ve lo anticipo. 🙂
“La vita che il mondo mi offriva, il ruolo che la società mi voleva imporre, non era il mio. Quella mediocrità non mi apparteneva. Io ho sempre saputo che la strada me la sarei dovuta creare da sola, perchè non mi andava di percorrere nessuna di quelle già costruite. Troppo affollate per i miei gusti.”