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Intervista a Erica Vagliengo, autrice di “Voglio scrivere per Vanity Fair”

La mia intervista a Erica Vagliengo: autrice del romanzo “Voglio scrivere per Vanity Fair” ed ideatrice dell’eroina Emma Travet 

Romanzo “Voglio scrivere per Vanity Fair” (via Emmatravet.com)

Per il primo appuntamento con la rubrica “Inchiostro Italiano“, ho deciso di intervistare Erica Vagliengo, una giornalista e web writer che ho scoperto su Twitter, mentre ero alla ricerca di autori italiani e di libri da recensire. Una donna multitasking che ha fatto della sua passione un lavoro.

Erica, presentati e dicci cosa fai nella vita.

Io sono una giornalista, web writer, copywriter, autrice del romanzo “Voglio scrivere per Vanity Fair” con lo pseudonimo di Emma Travet. Principalmente sono stata una giornalista per dieci anni; sono stata direttore responsabile di un giornale locale nella provincia di Torino; poi ho collaborato con Marie Claire.it per due anni dove avevo una rubrica molto bella solo che non venivo pagata. Circa due anni fa ho deciso di investire su me stessa; cioè tutto ciò che so fare come giornalista, come blogger, come social media manager e come personal branding di me stessa  lo metto tutto in un mio progetto. Sono riuscita a trovare delle persone giuste che mi hanno creato un sito ad hoc ed hanno messo ordine in quel casino che era quello di Emma Travet.

Al momento come Erica lavoro come copy e lavoro per privati; ho lasciato perdere il giornalismo in senso classico perchè non mi paga, detto molto sinceramente. Se voglio fare giornalismo lo faccio sul mio blog e sono editor di una bellissima rivista che si chiama Punkt Magazine del mio amico Marcello, dove ho scritto un pezzo introduttivo a un’intervista di Valentina VezzaliBebe Viò.

Per quanto riguarda Emma Travet, che sta diventando il mio brand, sto lavorando giorno e notte e sto facendo molto auto formazione guardando i video dei più bravi internet businessman, tipo il guru Marco Monti e poi quando posso, passo dall’on line all’offline seguendo alcuni corsi per imparare ad usare meglio lo strumento video per il web marketing e per il mio personal branding. L’anno scorso ho fatto cinque mesi one to one con l’esperto  Giulio Gaudiano, per creare una strategia nuova per rilanciare il personaggio di Emma Travet che ha avuto molto successo sette anni fa quando è uscito “Voglio scrivere per Vanity Fair”, in vista del nuovo romanzo che sarà un seguito ideale dal titolo provvisorio “Incasinata sì ma con stile.

Ha riscosso successo il tuo romanzo “Voglio scrivere per Vanity Fair”?

romanzo Voglio scrivere per Vanity Fair

Il mio romanzo è uscito, attenzione, a novembre del 2009 ed è un miracolo che io sia qui ancora a parlarne. Sono stata modestamente brava a fare un’ operazione fantasmagorica di personal branding che ha portato il personaggio di Emma Travet, la mia eroina che molti identificano con me, ad uscire dalle pagine di questo romanzo e fare vita propria al di là del romanzo stesso. Il romanzo ha avuto successo considerando che è stato pubblicato da un piccola casa editrice, la Memories, con 1700 copie pubblicate e vendute. Nel 2014 sono passata alla Goware di Firenze, dove il libro è stato ripubblicato on line ma lo si può trovare anche cartaceo su Amazon, ed ho venduto all’incirca trecento copie. Considerato che è un libro che è stato riproposto in ebooking i numeri sono alti. Se uno riuscisse ad arrivare a 10.000 copie sarebbe un best-seller. In termini numerici è un buon risultato considerando che ero una perfetta sconosciuta.

Grazie a questo progetto, nel 2010 ho avuto il mio anno di gloria perchè Emma Travet  è diventata molto famosa: sono stata a New York a presentare il libro, a Roma, sono stata invitata al festival internazionale del libro di Perugia e poi quando avrei potuto fare il salto, ho avuto delle vicissitudini familiari che mi hanno segato le gambe. La mia rinascita è nel 2014, dove ho ritirato su la mia eroina ed ho focalizzato due cose molto importanti: primo che volevo vivere di scrittura e di social ; secondo che  dovevo studiare molto, almeno per due anni. Due anni son passati e ho ottenuto molti risultati; adesso sto finendo il secondo romanzo e devo dire con molta difficoltà perchè seguire tutto è molto difficile.

Come hai scelto lo pseudonimo Emma Travet?

Nel 2005 ho intervistato Paola Giacobbi, una giornalista molto conosciuta di Vanity Fair, ed ho pensato che prima o poi anche io avrei scritto un libro. Ed ho pensato di trovare il nome della mia eroina: Emma di Jane Hosten, un personaggio frizzante, indipendente, molto sopra le righe; per il cognome ho pensato di sceglierne uno piemontese che potesse essere letto anche in inglese e così ho scelto il cognome di un mio amico.

Raccontaci una tua giornata tipo. E’ vero che sei mamma e riesci a lavorare allo stesso tempo? 

Ho due fortune: la prima è che dormo poco, all’incirca cinque-sei ore a notte anche perchè la notte è il momento in cui mi occupo della mia auto-formazione; poi la seconda fortuna è quella di avere dei genitori che hanno sempre creduta in me e sempre sostenuta sin da ragazzina. Mi alzo alle 7.30 al mattino, accompagno i figli a scuola, prendo un caffè dal mio amico Andrea così mi rilasso un poco, mentre mi faccio una rassegna stampa anche se di solito lo faccio la sera, verso le due di notte quando non compro su Wish.

Poi entro in ufficio e sbrigo le cose che devo fare: ora sto lavorando al mio nuovo romanzo insieme al mio editor, poi sbrigo le mie faccende da copy ed aggiorno i social sia di Erica Vagliengo che di Emma. Solitamente mangio in ufficio un panino in quindici minuti, prendo un caffè e mi occupo delle commissioni, per poi tornare la sera a casa e fare la governante, faccio la mamma per poi tornare a guardare i video per la mia auto formazione. Quando posso scappo magari a Milano a fare dei corsi oppure a Firenze per quanto riguarda il mio romanzo. Secondo me tutte queste cose si possono fare solo se hai una grande passione ed hai qualcuno che ti aiuta.

Qualche consiglio a chi vorrebbe scrivere un romanzo ma non c’è mai riuscito. La solita scena: apro il mio Mac, la volontà c’è ma niente…. come sbloccarsi?

Secondo me la cosa da fare è prendersi un buon editor. Quando ho iniziato sei anni fa era tutto più semplice, ho sfruttato un pò il momento. Mi sono messa su My Space dove ho trovato delle persone che mi hanno dato dei feedback e dei consigli. Ma con il passare del tempo ho capito che dovevo farmi aiutare da una persona ed imparare dai migliori .

Ho molte fantastiche idee ogni giorno ma sono troppo dispersiva. Ho bisogno di una persona che non sia una mia amica ma che sia una professionista che metta in ordine in quel casino di idee che ho. Ha funzionato molto per quanto riguarda i siti, per la strategia di Emma Travet ed anche per la scrittura del romanzo.

Ci sono due teorie, quella di scrivere di getto e poi c’è la progettazione narrativa. Per il mio primo romanzo ho provato a scrivere di getto e l’editor lo ha messo un pò apposto; ma per il secondo romanzo ho capito che devo essere aiutata, perchè il romanzo deve essere progettato e alla fine scritto.Ti consiglio di andare a guardare un corso sul personal branding registrato su Guida Digitale dove io parlo della mia esperienza di personal branding applicato al romanzo e alla sua eroina.

Incasinate sì, ma con stile (via emmatravet.com)

Ti è piaciuta l’intervista?

Se decidi di acquistare il libro grazie a questo articolo, puoi scrivere a Erica Vagliengo e ricevere gli stickers di Emma Travet molto carini che puoi vedere sul video Youtube dell’intervista.

Puoi scaricare il primo capito del nuovo romanzo di Erica Vagliengooppure acquistare il libro “Voglio scrivere per Vanity Fair”. 
Per il secondo appuntamento della rubrica ho scelto Anna Pernice autrice del Manuale per aspiranti blogger. 

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