Dal 23 al 25 settembre ho partecipato al blog tour Lucca Inconsueta alla scoperta della città con degli itinerari particolari e divertenti da seguire organizzato dall’ associazione Welcome2Lucca. In questo articolo vi parlerò dei bordelli di Lucca grazie al Tour Lucca a Luci Rosse con la guida Giada Paolini.
Se volete sapere tutto ma proprio tutto sui bordelli di Lucca non vi resta che mettervi comodi e leggere il mio racconto. Non vi annoierete ve lo assicuro!
Alla scoperta di bordelli di Lucca
Nel tour alla scoperta dei bordelli di Lucca ci ha accompagnati la guida turistica Giada Paolini, persona squisita (e non lo dico tanto per dire) che ci ha fatto divertire e allo stesso tempo imparare tutto quello che c’è da sapere sugli ex bordelli di Lucca.
Alla fine dell’articolo troverete tutte le info su di lei se la volete contattare per un tour (ovviamente ve la consiglio vivamente).
“Lucca più della morte teme gli scandali”
Tutto parte nel 1300 e Lucca adotta una misura molto dura nei confronti di queste ragazze perché vengono assimilate agli appestati (quelli che avevano la peste), ai gaglioffi (erano i delinquenti ossia i truffatori) e ai ruffiani (quelli che oggi volgarmente chiameremo papponi).
Tutte queste categorie dovevano stare fuori dalla città e non era permesso loro entrare ed infatti dovevano stare a due tiri di balestra dalle mura (più o meno 100 metri).
Lucca a Luci Rosse: partiamo da Piazza della Cittadella
Appunto perché si parla di bordelli e di scandali siamo partiti da Piazza della Cittadella il luogo dove è nato Giacomo Puccini il quale di scandali ne ebbe molto a che fare. Scandali relativi al matrimonio, ai tradimenti, al fatto che lui si sia innamorato di una donna sposata.
Percorrendo la strada adiacente a Piazza Cittadella vi è Via Di Poggio e qui abitavano ben 8 prostitute. All’interno di Piazza della Cittadella alla fine del ‘400 si trovava un bordello mentre a Piazza San Michele (che si trova alla fine di Via Di Poggio) si trovavano due bordelli addirittura vicino ad una Chiesa.
Dal 1300 dove le prostitute si buttano fuori a calci dalle mura si arriva al 1500 dove ci sono ben 8 prostitute tutte insieme e 3 bordelli nell’arco di pochi metri l’uno dall’altro.
Cosa è cambiato? Ora non ci si preoccupa più della prostituzione ma Lucca che apparentemente è una città molto cattolica, si preoccupa di quella che si sta manifestando come “malattia”; si parla del vizio nefando quello che oggi semplicemente si chiama omosessualità.
Lucca l’omosessualità non la tollera infatti nello Statuto del 1448 si legge “meglio una città infestata da puttane che una città infestata da omosessuali”. Quindi si riaprono tutti i bordelli perché si pensa che questo possa “curare”.
Come si fa a conoscere la storia di questi bordelli? E’ stato ritrovato un contratto fatto dall’Ufficio sopra l’Onestà, che era quello che si occupava sia dei bordelli sia delle denunce per le persone omosessuali. Questo ufficio aveva il compito di riscuotere le tasse dai bordelli dai quali guadagnava. Però i soldi che arrivano dai bordelli erano soldi moralmente sporchi e andavano purificati e quindi ci facevano delle opere pie oppure delle opere che servivano alle comunità.
Per farvi capire l’enorme guadagno che c’era sono stati utilizzati i proventi di soli due bordelli per costruire Ponte San Pietro.
A partire dal 1888 sotto il governo Crispi è impossibile aprire bordelli vicino a luoghi di culto, scuole o luoghi dove comunque si va a incontrare la gioventù. Nello stesso tempo l’Ufficio sopra l’Onestà emanò una legge: “nessun uomo che avesse tra i 27 e d i 50 anni poteva ricoprire delle cariche pubbliche se non era sposato“.
Via Della Stufa
Da Piazza San Michele bisogna camminare un pochino di più fino ad arrivare a Via della Stufa dove ovviamente si trovava nel gergo toscano la “stufa” ovvero dei bagni caldi medievali. Le donne e gli uomini potevano entrare insieme e potevano immergersi insieme ed infatti nell’arco di poco tempo le stufe si tramutarono in veri e propri bordelli.
Si cercò di trovare delle soluzioni con le targhe alterne: il lunedì ci andava l’uomo, il martedì ci andava la donna mentre il sabato “tana libera tutti”. Ma in questo modo non vi erano guadagni allora si cercò di trovare il modo di far entrare queste ragazze di nascosto.
Nel 1400 aprono tutte le porte mentre ad inizio 1500 si restringe e si chiude tutto per due motivi:
- è arrivato Savonarola a Lucca risvegliando la morale cristiana;
- il vero motivo della chiusura delle stufe però è per motivi igienico-sanitari. Si chiusero così i bagni caldi perché Carlo VIII portò in Italia il male francese ossia la sifilide.
Giardino di Pfanner sulle mura di Lucca
Dal centro storico di Lucca ci siamo spostati sulle mura per parlare e scoprire il Giardino di Pfanner. La prima famiglia di Lucca fece bancarotta e subentrò una seconda famiglia e per far vedere la ricchezza della città restaurò il giardino intorno a Palazzo Pfanner.
Dopo due secoli anche la seconda famiglia ebbe problemi di soldi e le stanze in basse vennero affittate da un austriaco cosi diventò la prima birreria lucchese.
Nel 1981 Palazzo Pfanner diventò il set del Marchese del Grillo con Alberto Sordi, dove c’è Olimpia che è una prostituta. Un film che nel 1981 è stato campione d’incassi con 2 miliardi di lire.
Alberto Sordi rappresenta l’uomo tipico italiano che frequentava i bordelli e lui diceva:
“Le case che frequentavo erano straordinarie e sempre molto eleganti. Era come andare a casa di amici, si prendeva il tè e qualche volta si rimaneva a cena. Spesso ci andavo con Aldo Fabrizi, qualche volta con Fellini ma non si andava solo per fare sesso; erano donne molto spiritose e di grande esperienza. Le estati selvatiche che trascorrevo da ragazzo mi portavano nelle case chiuse di una Roma svuotata; usando la mia voce dal basso passavo con il berretto un pò calato sul viso di fronte alla maitresse. Agosti di fuoco e di piacevolezze quelli con le benefattrici che sapevano essere nel caldo della stagione e del sesso, amanti, principesse, mogli e sorelle. La mia è stata una generazione cresciuta nei casini“.
Anche la musica è piena di storie di prostitute e c’è un nome in particolare che è quello di Fabrizio De André (la chiamavano bocca di rose). Questa non è la sola canzone che scrive a proposito di prostitute; c’è anche “Marinella” che sembra una bellissima storia d’amore ma in realtà fa riferimento ad una ragazza giovanissima prostituta che viene uccisa ed affogata in un fiume.
Momento degustazione: il simpatico vino del cazzo
Dalle mura di Lucca siamo rientrati nel centro storico ma prima di proseguire il nostro tour Lucca a Luci Rosse, ci siamo fermati alla Trattoria da Ubaldo per assaggiare il vino del cazzo. Non ho sbagliato a scrivere perché si chiama proprio così!
Come il nome del vino anche il locale è davvero suggestivo e vi consiglio di farci una sosta per rilassarvi in una location come poche che rispecchia la personalità del proprietario. Tavoli decorati con teschi e falli che richiama un pò Halloween tutto l’anno!
Vicolo della felicità
Scendendo dalle mura di Lucca e rientrando nel centro storico siamo arrivati al Vicolo della Felicità. Se vi state chiedendo il perché si chiama così la prima ipotesi è che nel 1348 durante la peste che affliggeva la città, c’era un uomo che tutti i giorni andava in Chiesa.
Iniziò a pregare dicendo: “Dio ti prego salvami; se mi salvi io divento onesto, mi trovo una moglie, faccio dei figli e li battezzo pure“. Dio lo accontentò, la peste passò e lui rimase indenne e fece quello che effettivamente aveva promesso.
Il giorno del battesimo sentì una voce fuori dalla Chiesa che lo chiamava, uscì e parlò con Dio. Dio lo ringraziò perché era stato onesto ed aveva mantenuto la parola. Così improvvisamente si aprì davanti agli occhi dell’uomo un vicoletto e Dio gli disse: “La felicità tu non la devi cercare sulla truffa perché quello è un viale enorme con gli alberti ai lati; la felicità la devi cercare nei vicoli stretti stretti ed alla fine troverai la felicità e anche Dio“.
La seconda ipotesi risale all’epoca romana e si pensa che in questo vicolo esistesse un bordello così tanto importante che si è mantenuto il suo ricordo fino al 1856 tanta era la felicità che aveva regalato agli uomini. Effettivamente in epoca romana lì dove c’era un bordello c’era fuori un cartello enorme con scritto “qui abita la felicità”.
Liceo Musicale Giacomo Puccini
Dal Vicolo della Felicità ci siamo spostati al Liceo Musicale Giacomo Puccini. Giada ci ha raccontato che il Preside della scuola era lo zio di Giacomo, Fortunato Magi, il quale consigliava continuamente al nipote di cambiar mestiere. Infatti il rapporto tra i due non era molto buono.
Giacomo Puccini era l’unico uomo di famiglia perché il fratellino più piccolo andrà lontano, il padre morì quando Puccini aveva soli 5 anni, e così lui rimase in una squadra di calcio femminile formato da sei sorelle, la mamma e le due governanti.
E’ ovvio il motivo per il quale a Puccini sia diventato così facile avere a che fare con le donne; aveva imparato come sopportarle e come prenderle. Ad un certo punto si doveva trovare un lavoro perché il peso della famiglia era sia sulla madre sia su di lui essendo l’unico uomo. Volle e si dovette pagare gli studi che poi andrà a fare a Milano.
Così trovò lavoro indovinate dove? In un bordello! Passava le sue giornate a suonare, a mezzanotte finiva il turno delle ragazze e a mezzanotte finiva anche il suo turno. Le ragazze stanche dal lavoro chiedevano a Giacomo di suonar qualcosa ma da buon lucchese che era, voleva guadagnare ma anche non accettando la moneta.
Era un ragazzo che piaceva tantissimo e le prostitute finalmente, una volta tanto, potevano avere un ragazzo con cui era piacevole stare e non si faceva solo per lavoro.
La mamma, che sapeva benissimo dove Giacomo lavorava, non lo diceva anzi chiedeva allo zio Fortunato Magi “Dai son già l’una di notte vammelo a prendere Giacomo che son preoccupata, sai avrebbe potuto aver fatto tardi al ristorantino con dei clienti“. Questo perché non si poteva assolutamente dire questa cosa, almeno non le donne. E lo zio partiva, suonava al bordello, lo prendeva per un orecchio e lo riportava a casa.
Perciò tra l’invidia, tra il fatto che lui pensasse che Giacomo non fosse un buon musicista e il bordello finale capiamo che i rapporti non erano proprio dei più speciali.
Il vecchio cinema a luci rosse “Mignon”
Proseguendo la strada dopo il liceo di Giacomo Puccini siamo arrivati davanti al Mignon, il cinema a luci rosse di Lucca (aperto fino negli anni ’90). Mignon, mignottè dal francese sarebbe la ragazza preferita, la ragazza della quale prendersi cura e da accarezzare. Cosa molto interessante del cinema a luci rosse Mignon è che aveva il tettino apribile quindi ci si poteva anche fumare.
Nel 1956 la senatrice Merlin propose la legge per la chiusura dei bordelli, e per questo venne sommersa da lettere di prostitute; chi era a favore e la ringraziava perché la levava da un posto difficile, chi invece la infamava perché non sapevano come mantenere i propri figli.
La maggior parte di loro erano obbligate perché avevano subito stupri dal familiare (e la famiglia è stata cacciata); chi invece aveva problemi di soldi; chi aveva perso il lavoro e non sapeva come mantenere la famiglia.
Ecco che in Italia abbiamo due film che puntano l’occhio su questa situazione: una è “La Romana” con Gina Lollobrigida e lei è una bocca di rosa, una modella che sceglie di fare questo mestiere per passione.
L’altro invece è quello che si chiama “Matrimonio all’italiana” con Sofia Loren.
L’attenzione della prima metà del Novecento su cosa succede a queste ragazze è molto forte. Nel 1958 i bordelli vengono chiusi definitivamente.
La pietra del Diavolo a Palazzo Bernardini
Proseguiamo per il centro storico fino ad arrivare a Palazzo Bernardini dove vi è una leggenda su una pietra sporgente che si trova nella facciata destra accanto ad una finestra. La leggenda narra che nel 1555 Martino Bernardini diventò una personalità importante a Lucca e volle allargarsi il palazzo per far vedere che lui era importante.
Non sapeva come fare perché nel punto del bordo della finestra si dice ci fosse un’immagine della Madonna. Arrivò il Diavolo che gli diede una soluzione “Visto che a Lucca ci sono 100 Chiese, immagini di Gesù e Maria come se piovesse, levane una. Che te ne importa“. Insomma, si fa convincere, allarga il palazzo e lo fa in stile fiorentino.
Il Diavolo così vinse ma nessuno se lo sarebbe ricordato perciò decise di incurvare la pietra; le persone quando la videro decisero di rimetterla dentro ma qualsiasi cosa veniva messa lì si incurvava. Chiunque passa da lì si chiede del perché della pietra incurvata.
In questa strada si trovavano ben 3 bordelli: i 3 Scalini, la Nuccia e la Dame des oiseaux (la dama degli uccelli). La Dame des oiseaux è quella che ha inventato la mezza marchetta, ossia il terrore e l’odio delle maitresse, cioè gli uomini che entrano e guardano (i cosiddetti flanellisti). Lei da garfagnina e non da lucchese, mise la mezza marchetta per far pagare anche loro.
Qui abbiamo tre tipologie di bordelli: esattamente con le stelle come gli hotel di oggi. Cavour e successivamente Crispi rivoluzionarono tutto ma soprattutto Cavour da delle stelle e una classe per uno specifico motivo.
Più la classe era alta più la marchetta costava e ovviamente tutto cambiò. Più la classe del bordello si abbassava, più la stazza delle ragazze si allargava quindi lì ci andavano quelle a fine carriera (sui 30 anni perché si iniziava a lavorare dai 14 anni).
Nel bordello di fascia media si pagava un pochino di più, si iniziava a trovare magari un tappetino per terra, un posto dove aspettare e qualcosa di un pochino più di elegante.
Le ragazze ogni due settimane dovevano essere controllate per vedere che non attaccassero le malattie, nonostante l’uso del preservativo. La visita se la dovevano pagare loro: 1 lira se la visita era nello studio del medico, 1 lira e 50 se la visita era a domicilio.
Crispi su questo è un pò più umano: mise degli uffici sanitari anonimi.
Il miglior bordello di Lucca: il Primavera
Alla fine siamo arrivati al miglior bordello di Lucca di quei tempi, il bordello Primavera che oggi è una residenza per turisti ed una vera attrazione turistica.
Nei bordelli dalle 4 alle 5 stelle ci potevano andare solo le persone che se lo potevano permettere. Era frequentato infatti solo da personaggi importanti. Ma cosa succedeva quando andavano questi personaggi così importanti? Suonavano, si chiudevano tutte le porte a chiave, la stanza d’attesa è con le tende chiuse e chiunque entri non può essere visto.
In terra c’erano tappeti e tende rosse tende che stava ad indicare che le ragazze non erano completamente nude.
C’erano diverse tipologie di clienti:
- c’era colui che voleva solo sentire perciò pagava per guardare dal buchino della serratura;
- c’era il cosiddetto ago della bilancia (stare da solo in mezzo a due ragazze);
- la più assurda era il sottomarino cioè le persone pagavano per stare sotto il letto mentre la prostituta consumava il suo amplesso con un altro cliente.
L’ ossessione della tenutaria era l’igiene. Infatti la toiletta completa di sapone ed asciugamano era offerta dalla casa perché non voleva assolutamente che una ragazza o un cliente si ammalassero di sifilide per ovvi motivi.
La prima cosa che faceva il cliente all’ingresso nella camera era quella di mettere la marchetta sul comodino e quando le prostitute finivano la giornata queste marchette venivano portate giù dalla tenutaria. Lei si teneva la metà delle marchette. Il che vuol dire di 20/40 lire al giorno.
Oggi è diventato un hotel ed è qui che Giacomo Puccini suonava. L’unica cosa originale rimasta è il corrimano. Tutte le stanze che si trovano al primo piano hanno il nome di alcune prostitute di Lucca.
La quindicina e gli orari di lavoro
Nel film Amarcord di Fellini si vede bene cos’era la quindicina ai tempi dei bordelli.
Si fa per evitare che il cliente si possa affezionare ad una prostituta ma anche per motivi pubblicitari ed attirare più clienti o gli stessi per invogliarli a provare ragazze nuove.
Per far sì che queste ragazze venivano viste gli si faceva fare il giro della città al loro arrivo. Nel 1950 a Lucca c’era un uomo che si chiamava Quartuccio che guidava la carrozza con il compito di andare alla stazione, prendere le ragazze nuove, entrare e fare il giro di tutta la città.
Le prostitute si alzavano molto presto. La giornata iniziava con la colazione e dalle 8 alle 10 avevano il tempo di andare a fare le eventuali compere perché la prostituta doveva essere sempre sistemata perché l’apparenza era tutto.
Si iniziava a lavorare dalle 10 alle 13 con un’ ora di pausa per il pranzo per poi arrivare all’ ora di cena. Dopo un’ ora si riniziava fino a mezzanotte. Si calcolano fino a 40 amplessi al giorno in epoca normale. In tempi di guerra i bordelli si spostavano al fronte e si passa a 120 amplessi al giorno solo per una ragazza. Ovviamente nel secondo caso non c’era l’attenzione verso l’igiene e i soldati si prendevano la sifilide.
Il periodo di minor lavoro era il periodo di Pasqua dove i bordelli venivano chiusi e andavano in ristrutturazione.
Queste le parole di una maitresse che da dei consigli ad una prostituta su come deve lavorare:
“Tu eserciti la tua arte e non puoi rifiutare nessuno dei tuoi ospiti. Devi essere cordiale e servizievole in modo da soddisfarli subito. Lui è il tuo padrone e tu sei la sua schiava. Se vuole questo o quest’altro tu lo devi fare. Da parte sua il cliente della casa sa bene che entro i limiti della ragione noi siamo qui per il suo piacere.
Devi essere sempre gentile, devi parlare a voce bassa e se vuole essere divertito in qualsiasi modo lasci che ti insegni un trucco. Con i giovani timidi devi essere tu ad accarezzare e devi essere pulita; alcuni clienti che sono piuttosto anziani con loro ci vuole un pò di pazienza; comportati come se stessi facendo la più bella chiavata della tua vita.. gemi, sospira, rotolati, invoca pietà e digli che è un uomo terribile ed infine congratulati con lui per la sua possenza, il suo peso e per essere venuto così tanto.
Fa dei piccoli gridi quando fingi di venire. Ci sarà qualcuno che vorrà che tu fossi timida e qualcun altro vorrà che tu dica delle parolacce. Ogni volta lavati bene, riaggiustati i capelli ed il vestito e ritorna giù. Se lui ti offre una boccetta di profumo ringrazia.”
Ci sono solo due casi in cui una prostituta poteva rifiutare un cliente: nel caso in cui era palesemente sporco e sudicio; o nel caso in cui lui era palesemente ubriaco.
Guida turistica a Lucca: Giada Paolini
Il tour alla scoperta dei bordelli di Lucca è finito qui e come promesso vi lascio due righe per farvi scoprire chi è stata la nostra guida turistica, Giada Paolini.
Giada è nata a Pisa ma vive e lavora a Lucca. Dall’animo curioso e gossipparo non è per nulla noiosa; riesce ad intrattenere la vostra attenzione grazie alla piacevolezza della sua voce e della sua passione. Proprio per questo suo modo di essere ha creato dei tour molto originali: “Lucca a Luci Rosse” (quello che vi ho appena descritto nell’articolo), “Tour con Delitto” e “Vita segreta di una monaca”.
Insomma se volete visitare Lucca accompagnati da una guida non noiosa dovete scegliere proprio lei! Vi sorprenderà! Negli highlights “Lucca Inconsueta” del mio profilo Instagram potete capire di cosa sto parlando 🙂

